
Nella prima parte dell’albo, sempre ambientata nel presente di Nathan, Vigna tira le fila dell’indagine sul passato di Skotos, svelando infine le vere origini della Chiesa della divina presenza e, con una soluzione brillante e corrosiva, la genesi del cognome Skotos. La figura del malvagio predicatore inizia a ricongiungersi e a sovrapporsi a quella del bambino Aris Slamor, anche se rimangono molte zone d’ombra che saranno rischiarate nei prossimi cicli.
La storia si sviluppa fra Nova Praha, dove Skotos sembra abbia vissuto da ragazzo, e la città Est: nella vecchia Europa Nathan, grazie all’incontro con l’ex capitano Shepard – che merita una menzione per la bella caratterizzazione e per essere un ultracentenario – acquisisce dettagli preziosi per il colpo di scena finale; nella città Est sono invece all’opera Legs e May, che indagano sulla Nuova chiesa della divina presenza.
Il lavoro di Vigna risulta certosino nel disseminare la trama di numerosi ganci narrativi da sviluppare in futuro: da una potenziale nuova villain legata alla rinascita del culto in precedenza capeggiato da Skotos, all’ormai imminente rivoluzione interna all’Agenzia Alfa (il numero 373 della serie si annuncia fondamentale), passando per l’apertura della sede di Tropical City, che potrebbe condurre a un allontanamento fra Branko e May Frayn e al riavvicinamento emotivo fra quest’ultima e Legs.
I disegni di Bastianoni, in una gabbia classica con numerose doppie orizzontali o verticali e in una storia priva di scene d’azione, puntano a esaltare i dettagli. Sia nella resa dei personaggi, con primi e primissimi piani molto espressivi e grande cura per abbigliamento e accessori (come la maschera di un nuovo leader religioso), sia nelle architetture, grazie alle quali è possibile apprezzare differenze sostanziali fra Nova Praha e la Città Est.

Anche in questo caso Vigna distribuisce vari cliffhanger che si svilupperanno nel secondo ciclo in cui sarà sviscerata l’adolescenza del personaggio.
Giardo sceglie un’inchiostrazione molto accentuata, utile a rendere più cupa l’intera storia e ad affrontare alcuni passaggi che tendono all’horror. La gabbia è più movimentata: quasi ogni tavola è costruita intorno a un’illustrazione a tutta pagina con vignette regolari sovrapposte, soluzione spesso apprezzata in Dragonero.
A ciclo concluso merita un commento la scelta di separare gli albi in due parti, di cui avevamo anticipato pregi e difetti nella recensione al primo episodio. La compressione narrativa dovuta al numero ridotto di pagine è un fatto, dimostrato anche qui quando Nathan interrompe frettolosamente, quasi troncando la sequenza, l’interessante incontro con Shepard. Ma l’intreccio fra presente e passato, via via sempre più fitto, sembra guadagnare dalla divisione perché impone al lettore non solo il desiderio di scoprire le connessioni fra le due linee temporali, ma anche riflessioni a un livello più profondo: quanta parte della nostra vita può raggiungere il futuro, e in che modo? Con uno scatto? Un oggetto conservato? Un cimelio? Quanta verità può sopravvivere al corso del tempo, oppure essere scoperta esaminando i beni personali di un defunto?
Questo secondo livello di lettura di Le origini del male risulta coinvolgente perché ricorda situazioni comuni, come trovarsi insieme a un parente anziano che, davanti a una vecchia fotografia, racconta ricordi e segreti che quell’immagine da sola non può trasmettere.
Un’impostazione più tradizionale del nuovo ciclo dedicato a Skotos avrebbe inoltre richiesto di gestire il passato di Aris in flashback. Una soluzione forse meno efficace perché avrebbe consegnato al ragazzino un ruolo di secondo piano rispetto alla linea narrativa in tempo presente. La divisione in storie a sé stanti ha permesso invece ad Aris di recitare un ruolo di protagonista più congruo allo spessore del personaggio.
Viste le tante novità in arrivo è infine difficile non interrogarsi proprio sul futuro di Nathan Never, inteso sia come personaggio, sia come testata in forze a Sergio Bonelli Editore. Sul fronte puramente letterario, il mondo in cui si muove l’eroe dai capelli bianchi si è fatto via via meno popolato, con un’operazione di sottrazione che prosegue da anni: la moglie di Nathan non c’è più così come la figlia, le nuove compagne, l’amico robot e i tanti colleghi e amici tragicamente persi per strada perché morti, traditori o catapultati in un altro tempo. Perfino i cattivi sono via via scomparsi, in ultimo Mister Alfa, e dopo il tentativo non completamente all’altezza con Omega, l’eroe è al momento privo di un valido antagonista. La sensazione è che in qualche modo l’Universo Alfa (non a caso si intitolava così lo spin off semestrale pubblicato dal 2007 al 2018) andrebbe ripopolato, per offrire nuova linfa e nuovi spunti a una pubblicazione di fantascienza che ha sempre fatto della varietà – di personaggi ma anche di generi e sottogeneri – la sua caratteristica.
Sembra agire però in direzione contraria la scelta editoriale di sospendere, o almeno di ripensare, le pubblicazioni al di fuori della serie regolare, nonostante i buoni risultati qualitativi (ma resta il dubbio su quelli di vendita), ottenuti negli ultimi anni con le varie miniserie proposte.
Abbiamo parlato di:
Nathan Never #370 – Indagine su un fantasma
Bepi Vigna, Dante Bastianoni, Sergio Giardo
Sergio Bonelli Editore, marzo 2022
96 pagine, brossurato, bianco e nero – 4,40 €
ISSN: 977112157300100370
