
Perché ciò che più mi pare evidente in Habibi, opera innegabilmente di preg io sotto diversi aspetti, è l’esplicito intento di stupire ed eccedere, di spingersi oltre, spesso per un, davvero malcelato, proposito di impressionare e basta, piuttosto che per puro moto artistico. Thompson porta all’estremo le abilità che lo avevano fatto apprezzare in Blankets; le sue tavole sono cariche di pathos, forse ancor più grafico che narrativo. Le sue pennellate fluiscono dense di determinazione, scrupolosità, e intento poetico.

Scappa dal profondo entroterra americano, che tanto bene aveva delineato in Blankets fonden dolo con un viaggio nella profondità dei sentimenti. Arriva fino in Medio Oriente, ciò che di più distante ci possa essere dall’ipercattolico midwest americano. Il suo merito e la sua audacia maggiore stanno proprio qui, nell’arrivare, raccontando leggende della cultura musulmana, a suggerire similitudini e parallelismi con la cultura cattolica, due cose che il mondo occidentale considera agli antipodi l’una dell’altra.


Ma Thompson sa comunque come fare breccia nel cuore del lettore, con quello che del resto gli riesce assai bene: il racconto d’amore. E qui, in un racconto epico, dell’amore celebra l’essenza stessa, in ogni sua forma, fonde ogni sua manifestazione per cantarne l’essenza stessa. L’amore fraterno e materno, puri, si fondono e crescono in attrazione e unione e si oppongono in antitesi al semplice sesso carnale, ridotto a merce di scambio. Quasi una rappresentazione moralista ed estremista?
Sta al lettore giudicare secondo la propria indole, di fatto Thompson è indubbiamente abile nell’elevare ogni concetto espresso e a lambire l’astratta universalità della parabola.
Abbiamo parlato di:
Habibi
Craig Thompson
Traduzione di Randa Ghazy
Rizzoli – Lizard, 2011
672 pagine, cartonato, bianco e nero – 35,00€
ISBN: 8817052272


Preso oggi… ma ovviamente ancora non letto.
Non avrei saputo definire meglio il comparto artistico… ottima rece, mi sono sciolto a leggerla ^ ^
PS: il prezzo potrebbe sembrare elevato, ma a mio modo di vedere è pienamente giustificato, quelle tavole sembrano delle decorazioni di tappeti persiani.
Per non parlare della rilegatura da Bibbia.