Bruno Enna e Fabio Celoni sono due autori poliedrici: l’uno con le proprie sceneggiature perfettamente in bilico tra poesia e ironia e l’altro con le sue tavole raffinate e dal fascino particolare, sono riusciti nel corso degli anni ad imporsi nel panorama fumettistico disneyano, sapendo però raccogliere consensi anche in un ambienti diverso come quello della Sergio Bonelli Editore.

Quando arriva in Bonelli, firma sceneggiature per Dylan Dog e crea la serie Saguaro.

Dal 2000 entra a far parte della Sergio Bonelli Editore disegnando diverse storie per Dylan Dog e creando graficamente la miniserie Brad Barron, ideata da Tito Faraci. Collabora anche con Star Comics disegnando la miniserie Nemrod, scritta da Andrea Aromatico. I più recenti exploit disneyani si ritrovano nella graphic novel ispirata al videogioco Epic Mickey (disegnata a quattro mani con Paolo Mottura) e Dracula di Bram Topker, parodia del romanzo di Bram Stoker scritta da Bruno Enna.

Abbiamo intervistato Enna e Celoni per saperne di più sulla realizzazione di questa storia così particolare.
Da Dracula a Lo strano caso del Dottor Ratkyll e Mister Hyde: è nato un nuovo trend di Parodie Disney più “oscure”? Cosa collega questi vostri due lavori?
Bruno: Se è davvero nato un trend, allora è accaduto in modo spontaneo. Il tutto grazie a Valentina De Poli che ci ha dato carta bianca, comunicandoci un grande entusiasmo sin dall’inizio. Personalmente, non pensavo che queste storie avrebbero riscosso tutto questo successo; per me è stata una piacevole sorpresa. Dracula e Lo strano caso… sono classici della letteratura che tutti conoscono, ma che, diciamocelo, pochi leggono (o rileggono). Alcuni lettori di Topolino hanno comprato e letto i due romanzi solo dopo aver apprezzato le nostre parodie; ovviamente, questo ci ha fatto un enorme piacere. Altrettanto ovviamente, stiamo già pensando alla prossima parodia, immaginando di inserirla in una ideale “trilogia”.

Bruno, nel fumetto la doppia natura del protagonista è rappresentata dalla parte “topolinesca” e dalla parte “paperinesca”: intendi la storia più come una parodia del romanzo originale di Robert Louis Stevenson o più come una riflessione metanarrativa sui personaggi di cui scrivi?
Bruno: Tutte e due le cose, in effetti. La parodia permette di rileggere questi romanzi inserendo nuove chiavi interpretative. Quella Disney, nello specifico, consente di lavorare su più livelli narrativi (e metanarrativi, come suggerisci tu), essendo destinata a un target trasversale e variegato.
Bruno, quali sono per te i meriti principali del libro di Stevenson? Perché si è rivelato un buon testo da far interpretare al cast disneyano?
Bruno: I meriti sono troppi da elencare e uno di questi riguarda proprio la facilità della sua trasposizione: la vicenda procede in modo (apparentemente) lineare grazie alla suddivisione in capitoli e termina con uno svelamento degno dei migliori thriller. Una volta trovata la chiave giusta per interpretare la storia e scelti gli “attori”, è stato quasi naturale partire con la sceneggiatura.

Fabio: Ho fatto parecchi studi, che poi ho puntualmente dimenticato quando mi sono messo a disegnare “davvero”. Più che altro avevo in testa cosa NON fare, e cioè un guazzabuglio di forme bubboniche, una mutazione sgradevole e senza forme riconoscibili. Doveva essere inquietante, sì, doveva essere suggestiva e a suo modo spaventosa, sì, ma doveva restare Disney: dunque mantenersi entro certi limiti, non scritti da nessuna parte ma ben leggibili da chi fa questo mestiere da tanto tempo. Il gioco è stato tutto lì, passeggiare sul filo teso attraverso il canyon, divertendomi io per primo e allo stesso tempo stupendomi per cosa avevo per la prima volta la possibilità di fare su Topolino.

Fabio: Valentina ha voluto proporre una versione variant rispetto a quella uscita su Topolino, per arricchire le proposte, e ho pensato a una versione realizzata in grigi puntinati, i cosiddetti retini. A mio parere ben adatti per questo genere di atmosfere, nebbiose e gotiche, e legati anche a un immaginario illustrativo di fine Ottocento, epoca in cui è ambientato il romanzo. I grigi che ho realizzato per la versione cartonata non sono dunque la versione in bianco e nero dei colori apparsi su Topolino, ma una lavorazione completamente nuova fatta a partire dalle tavole “nude”, al tratto, e dunque ripensate come bilanciamento generale e ombre.
L’edizione in volume che raccoglie la storia esce appena un mese dopo l’esordio su Topolino: come mai una ristampa così a stretto giro? E che cosa offre di diverso questa versione al lettore che ha già letto poche settimane fa la storia sul settimanale?
Bruno: A parte la grande cura della “confezione”, in generale (rimango sempre sbalordito dalla copertina lenticolare della variant: un’idea geniale!), nella ristampa gli splendidi disegni di Fabio vengono esaltati dal grande formato. Le tavole, molto vicine alla loro dimensione reale, permettono al lettore di entrare quasi fisicamente nella storia.
Fabio: Semplicemente non si poteva saltare l’appuntamento di Lucca, il libro doveva uscire in quel contesto e così è stato. Ho fatto i salti mortali per fare in tempo! Ciò che c’è di diverso è l’edizione di gran pregio, l’impatto generale delle tavole dato dai retini e i contenuti extra finali, con alcuni dietro le quinte della lavorazione delle tavole, miei schizzi inediti e un’intervista al “doppio Bruno”!

Bruno: Benissimo! In molti si sono avvicinati per farci i complimenti, non solo allo stand, ma anche in giro per la fiera. Alcuni hanno ammesso di aver preferito questa storia a Dracula, che pur avevano apprezzato. Ora, io non sono abituato a tutto questo: di solito non vado alle fiere e non rilascio autografi, ma questa è stata un’esperienza molto positiva. Un bel momento, che mi ricorderò a lungo.

Fabio: Certamente il soggetto più richiesto è stato Hyde. E sul numero degli sketch: a saperlo! A un certo punto sono svenuto e non ricordo più niente, ma mi dicono che ho continuato a disegnare con gli occhi chiusi. Le ragazze dello stand mi hanno disegnato delle pupille sulle palpebre per non impressionare i bambini.
Intervista rilasciata tra il 7 novembre e l’8 dicembre 2014


